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È notte, le fredde pareti in pietra grigia dai riflessi azzurrognoli vengono appena illuminate dalla calda e tremolante luce di una candela, appoggiata su un comodino dalla foggia semplice e solida.

A fianco di esso, al centro della parete, un letto con un alto baldacchino scricchiola con un ritmo costante e martellante.

Dietro al tendaggio parzialmente aperto del baldacchino, le forme sinuose dei fianchi e della schiena di una donna si alzano ed abbassano in sincrone con lo scricchiolio.

Non riesco a scorgere le sue braccia che, sicuramente, tiene davanti a sé, appoggiate al busto dell’uomo che le sta sotto per aiutarsi nelle poderose spinte verticali.

Periodicamente, il bacino della donna interrompe l’escursione verticale e fa diversi movimenti rotatori, due o tre in senso orario e, altrettanti, in senso opposto.

Poi, si abbassa completamente e riprende il ritmico movimento verticale.

Il busto della donna non mantiene sempre la stessa inclinazione: a volte si inarca verso il fondo del letto, altre volte si piega in avanti, fino a quando esso non è quasi a contatto con quello del suo maschio.

Quand’è messa così, vedo chiaramente, in mezzo ai suoi glutei tondeggianti, il grosso membro sul quale si sta impalando, ricoperto da un fluido denso e trasparente che lo rende lucido e, immagino, scorrevolissimo.

Il massiccio dardo dell’uomo sprofonda facilmente nella vulva della compagna, e poi ne riemerge.

Quando sembra che sia arrivato ad uscirne, la donna interrompe la salita e inverte la direzione con sapiente prontezza.

Con il trascorrere dei minuti, lo scricchiolio del letto, pur aumentando di velocità ed intensità, quasi scompare, sovrastato dai profondi rantoli dell’uomo e dai sospiri e dalle espressioni di godimento della donna che, sempre più spesso, inclina la testa all’indietro, chiudendo gli occhi e spalancando la bocca.

D’un tratto, noto che ella sposta i propri piedi, facendoli scavalcare le cosce dell’uomo.

Questa manovra è seguita da un ulteriore piegamento delle sue gambe, fino a quando le ginocchia arrivano quasi sotto le ascelle del maschio, così che ella è completamente accovacciata su di lui.

Il su e giù del suo bacino è diventato quasi parossistico, la bocca rimane perennemente spalancata e gli occhi strizzati.

I vocalizzi aumentano ancora di intensità, fini ad un urlo finale, prolungato e lancinante che squarcia il silenzio in cui è immerso il maniero.

Nel frattempo, la donna contrae e rilascia i muscoli dei glutei diverse volte, senza una cadenza precisa.

Immagino, perché è la stessa cosa che faccio io, che le contrazioni e i rilasci seguano la frequenza delle schizzate di sperma dalle quali si sta sentendo inondare.

Infine, stremata e con il corpo imperlato dal sudore, si abbandona senza forze sul fisico possente del proprio uomo che le porta le braccia muscolose sulla schiena per massaggiarla amorevolmente.

Pubblicata 
Scritto da Supercompleto

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